Era una sera come tante. Prima di andare a dormire io e mio fratello ci alternavamo nella lettura a voce alta delle favole di Esopo, su consiglio di mamma. Lui, poco più grande di me e già lettore accanito, si annoiava quando era il mio turno.
A dire il vero anche io mi annoiavo, ma non perché fossi brava.
Vedevo quei segni impettiti uno a fianco all’altro, come un’armata d’inchiostro schierata sul campo e non capivo affatto quale battaglia stessero apparecchiando. Era tutto così ostile e lontano.
Come era possibile che lì sopra ci fossero storie di posti lontani e di animali parlanti? Come nascevano le emozioni e i colori che esplodevano nella testa quando si leggeva ad alta voce?
Ebbi un’intuizione che non mi lasciò più, anche se la passione per la lettura sarebbe arrivata lentamente, come un seme che germoglia senza fretta.
Lì nel lettone, in pigiama, accanto a mio fratello, mentre la luce ambrata dell’abat-jour rivestiva ogni cosa di una dimensione da sogno, ebbi L’INTUIZIONE: sentii che era magia.
Ne fui certa.
E, come fanno i bambini con le cose di cui sono certi, me ne dimenticai; del resto leggere era faticoso (per non parlare di scrivere!) e continuò a non piacermi. Le cose andarono avanti così per anni, finché incappai in un romanzo fantasy che mi piacque così tanto da tenermi
incollata alle pagine per interi giorni di seguito.
Qualcosa era cambiato in profondità. Anzi: qualcosa si era capovolto.
I caratteri su carta non erano più ermetici soldati; erano diventati strumenti, piccoli ingredienti che, dosati nel modo corretto, potevano creare l’incantesimo di far toccare con mano esperienze alternative, storie impossibili da vivere in una sola esistenza.
Avevo deciso.
Volevo capire come funzionava, volevo scoprire i segreti che trasformano la lingua che usiamo tutti i giorni per le cose più banali nello strumento di magia che realizza storie incredibili. Insomma, volevo prendere parte a quel processo magnifico.
Di lì a poco cominciai a collaborare con entusiasmo con un piccolo editore locale come correttore di bozze e per indagare ancor di più il potere delle parole mi laureai in linguistica (felice periodo di studio al quale ripenso sempre con profonda gratitudine per la mia famiglia che lo ha reso possibile).
Sono passati molti anni e sono cambiate tante cose da quando ero la bambina che non voleva leggere, ma quello che non è cambiato è lo stupore di fronte all’alchimia di una storia ben scritta.
Se anche tu vuoi liberare la magia nascosta nelle tue parole,
sarò felice di aiutarti a forgiare la tua storia!